TRENTO, 11 aprile 2024 - “CamLab: dialoghi su impresa e innovazione”, la rassegna di incontri sul mondo delle organizzazioni proposta da Camera di Commercio e Accademia d’Impresa, è giunta al secondo dei tre appuntamento in calendario per il 2024. Questo pomeriggio alle 14.30 nella cornice di Palazzo Roccabruna i riflettori si sono accesi sul tema del “saper fare” e del “saper essere”. Titolo dell’incontro: “La formazione per le imprese trentine: la centralità delle competenze per la competitività e lo sviluppo”. La discussione è stata introdotta da Antonio Calabrò, giornalista, saggista, direttore della Fondazione Pirelli, presidente di Assolombarda e componente del consiglio di amministrazione di molte primarie società italiane. Con lui si sono confrontati i rappresentanti del mondo economico trentino: Gianluca Barbacovi (presidente Coldiretti-Trentino), Fausto Manzana (presidente Confindustria Trento), Mauro Paissan (presidente Confesercenti del Trentino) e Roberto Simoni (presidente Federazione trentina della Cooperazione).
“La formazione – ha esordito il direttore di Fondazione Pirelli – deve puntare sulle conoscenze più che sulle competenze. Sono le conoscenze che consentono di sapere “cosa fare”, “come fare” e “perché farlo”. Le conoscenze sono il frutto di una cultura politecnica, cioè di una cultura capace di fondere l’innovazione tecnologica, come portato della ricerca scientifica, e il gusto del bello, come espressione del sapere umanistico. E’ questa l’essenza del fare impresa italiano”. Ma in un Paese costituito da piccole o piccolissime imprese la formazione è spesso un costo insostenibile per la singola realtà. “Noi siamo da sempre un grande Paese aperto e inclusivo – ha osservatore Calabrò – siamo competitivi, ma inclusivi. Per questo la formazione va concepita come un processo di filiera, un reticolato che investe tutte le imprese che ruotano intorno ad un prodotto. D’altra parte nella radice etimologica di competere – ha precisato - c’è l’idea di tendere insieme ad un obiettivo”. Un concetto fondamentale della nuova stagione economica è, secondo il direttore di Fondazione Pirelli, quello per cui non si deve lasciare indietro nessuno. “Non per un malinteso senso di buonismo, né con meccanismi assistenziali, ma per ragioni economiche, perché oggi la produzione del valore è diffusa, risiede nelle imprese e nei territori. E’ la compagine territoriale che deve essere attrattiva per gli investimenti e per i lavoratori. La politica industriale non deve essere affrontata più per settori, ma per fattori competitivi. Per questo la formazione è uno sforzo che deve mobilitare imprese, politica e associazioni di categoria".
Calabrò ha anche sottolineato come il Trentino sia un territorio fecondo dal punto di vista della crescita sociale e imprenditoriale, ma, come per il resto del Paese, deve imparare a raccontare meglio le proprie aziende: “Esiste in Italia – ha ricordato il giornalista – una atavica avversione all’impresa come spazio dei conflitti, degli affari oscuri e non come luogo dove si impara e si crea valore. Noi ci meritiamo un racconto migliore delle nostre imprese. Lo stereotipo dell’imprenditore come “uomo del fare” deve dare spazio anche all’idea dell’imprenditore come uomo che si sa raccontare. Siamo migliori di come ci raccontiamo – ha concluso - e meritiamo di essere protagonisti di una narrazione più efficace. La formazione, d’altra parte, non è solo fare e saper fare, ma anche far sapere”.
L’incontro è proseguito con una tavola rotonda che ha visto la partecipazione dei presidenti delle associazioni di categoria trentine. Fausto Manzana ha richiamato la necessità di accrescere lo spazio per le donne in azienda supportandole con strumenti di conciliazione famiglia-lavoro. Paissan ha posto l'accento sulla scuola e sull'aggiornamento dei programmi; Simoni sulla velocità dei cambiamenti nella società moderna che impongono uno sforzo congiunto fra pubblico e privato di riqualificazione delle risorse e Barbacovi sull'eccellenza del nostro sistema di ricerca che in campo agricolo ha dato prova di saper trasferire in modo efficace l'innovazione fino a livello dell'operatore.
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Di seguito la registrazione dell'incontro