TRENTO, 10 giugno 2020 - L'emergenza sanitaria da Covid-19 ha prodotto scenari economici molto diversi da quelli ai quali eravamo abituati, non solo a livello internazionale, ma anche provinciale. L'analisi della situazione economica del Trentino nel 2019 può quindi aiutare a comprendere meglio le dinamiche già in atto nel contesto locale quando è stato imposto il blocco delle attività, fornendo elementi utili ad una più approfondita comprensione del presente.
L'andamento dell'economia provinciale nel 2019 è stato all'insegna del rallentamento che si è manifestato in forme più marcate nella seconda parte dell'anno. All'origine del fenomeno va individuata soprattutto la situazione di stagnazione che ha interessato l’economia italiana nel suo complesso e che, per la prima volta da quasi un triennio, ha prodotto una contrazione del fatturato realizzato fuori provincia e, in parte, da un calo delle esportazioni. Solo la domanda locale ha confermato una discreta tenuta, caratterizzandosi per una crescita moderatamente positiva.
Nel 2019 il valore della produzione è aumentato appena dell’1,1% rispetto all’anno precedente; il fatturato complessivo dell'1,7%. Il rallentamento emerge chiaramente dal confronto con i dati del 2018 che erano stati di un + 6,9% per il valore della produzione e di un + 5,1% per il fatturato. I settori che l'anno scorso hanno realizzato un incremento tendenziale sono stati il comparto estrattivo (+8,7%), il commercio all’ingrosso (+4,9%) e al dettaglio (+4,0%) e i servizi alle imprese (+3,3%). Più contenuta la crescita sperimentata dalle costruzioni (+1,3%); negativa quella dei trasporti (-1,1%) e del comparto manifatturiero (-0,5%).
Nel 2019 le esportazioni del Trentino hanno raggiunto quota 3,922 miliardi di euro, continuando a crescere per il terzo anno consecutivo, anche se di un valore minimo (+0,1%). Erano state di 3,914 miliardi nel 2018 quando avevano messo a segno una crescita del 6,6% rispetto al 2017 mentre erano scresciute dell'8,7% nel 2017. Considerando la graduatoria dei principali Paesi per valore di export, al primo posto si conferma la Germania, che assorbe il 17% delle vendite effettuate sui mercati internazionali, seguono a distanza gli Stati Uniti (12,1%) e la Francia (9,7%).
Alla fine dello scorso anno l’occupazione ha evidenziato una lieve contrazione (-0,2%): i settori più colpiti sono stati quelli delle costruzioni (-0,5%), del commercio al dettaglio (-0,5%), dei trasporti (-1,0%) e dei servizi alle imprese (-0,3%).
Per ulteriori approfondimenti si veda il comunicato stampa in allegato.
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