TRENTO, 16 aprile 2019 - A fronte delle misure che il Governo regionale tirolese ha recentemente varato per limitare il transito di mezzi pesanti all’interno dei propri confini, Uniontrasporti e i sistemi camerali di Emilia Romagna, Lombardia, Trentino-Alto Adige e Veneto hanno attivato un roadshow lungo l’asse del Brennero, che ha già fatto tappa nelle settimane scorse a Modena, Mantonva e Verona, al fine di condividere un position paper a favore del libero transito lungo il corridoio scandinavo-mediterraneo. Nell’incontro di oggi, organizzato presso la Camera di Commercio di Trento alla presenza dei principali rappresentanti delle istituzioni locali e delle associazioni territoriali e imprenditoriali per il trasporto, sono stati illustrati i punti salienti del documento che muove dalla considerazione dei flussi di merci che attraversano una delle direttrici commerciali principali del Paese. I dati dicono che dal valico del Brennero transitano la metà delle esportazioni italiane e oltre il 70% dei flussi import/export dell’Italia con l’UE; con oltre 49 milioni di tonnellate di merce (sugli oltre 160 milioni che varcano i confini terrestri nazionali) il corridoio multimodale del Brennero rappresenta dunque il più trafficato “corridoio” transalpino. Un approfondimento di dettaglio è dedicato anche alle caratteristiche del parco veicolare delle nostre imprese in termini di normativa antinquinamento, con specifico riferimento anche agli automezzi circolanti sull’A22 e ai costi di trasporto lungo l’Arco alpino. Vengono inoltre riportate alcune prime riflessioni sul tema e una serie di controproposte da condividere, in più fasi, con specifici soggetti di riferimento. Lo scopo del roadshow che proseguirà a Bolzano e forse a Monaco chiudendosi a Roma il 15 maggio, è quello di creare una rete di alleanze su più livelli territoriali che consenta una efficace interlocuzione con la Commissione europea per approdare ad una soluzione definitiva che tuteli il diritto di libera circolazione delle merci e scongiuri le ripercussioni economiche negative che possono sortire da provvedimenti restrittivi.
Per ulteriori approfondimenti si vedano il comunicato stampa e i report in allegato