TRENTO, 19 ottobre 2020 – Secondo i dati dell’indagine Excelsior saranno 2.570 le assunzioni previste dalle imprese trentine nel mese di ottobre, ovvero il 25,5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (3.450 ingressi). In linea con quanto avviene a livello nazionale il mercato del lavoro locale risente degli effetti prodotti dall’emergenza sanitaria e dei segnali ancora troppo incerti su tempi e modalità della ripresa. Per quanto riguarda la dinamica settoriale il comparto dei servizi alla persona continuerà a trainare la domanda di lavoro (660 unità), seguito dal turismo-ristorazione (430 unità; in particolare 330 cuochi e camerieri) e dal commercio (330 unità; in particolare 170 commessi e altro personale qualificato in negozi ed esercizi all'ingrosso). Le professioni più difficili da reperire si confermano quelle degli operai specializzati nelle attività metalmeccaniche, elettromeccaniche, nell’edilizia e nella manutenzione degli edifici. Sul totale delle assunzioni previste il 20% sarà stabile, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre l’80% sarà a termine. Per una quota pari al 31% i nuovi contratti interesseranno giovani con meno di 30 anni.

In conseguenza dell’emergenza sanitaria, l’indagine offre inoltre alcuni approfondimenti sulle criticità affrontate dalle imprese (riferite al mese di settembre) e sulle attese per il prossimo futuro. Con riferimento alle previsioni sul recupero di livelli di attività accettabili, il 44,8% delle imprese dichiara di operare ancora a regime ridotto e il 78,2% si attende di poter superare le attuali difficoltà solamente nel corso 2021. Con il passare dei mesi peggiora la percezione delle imprese trentine sui tempi necessari al superamento dell’emergenza sanitaria e solo il 21,8% (era il 44,2% in luglio e il 35,2% in agosto) confida di poterne uscire entro la fine del 2020.

Rispetto a luglio e agosto è diminuita la percentuale di operatori economici che prevede di dover affrontare problemi di carenza di liquidità nei prossimi mesi (33% nel mese di settembre contro il 39,6% di agosto e il 47,1% di luglio).

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